La matita da disegno ha costituito per tutta la vita il mezzo d’espressione più importante e preferito di Gunter Böhmer. Il segno rapido, la linea appena accennata, il tratteggio accentuato gli consentivano di reagire rapidamente di fronte a tutto quanto lo circondava e a quanto sentiva sulla sua pelle.

I suoi disegni equivalevano a dichiarazioni, commenti e critiche. Per Böhmer il disegnare non rappresentava tanto un atto preparatorio, finalizzato a un risultato, p. es. un quadro, quanto piuttosto costante una ricerca di risposte adeguate a ciò che lo colpiva, in altre parole una vera e propria esigenza quotidiana.
Il disegno è stata anche la tecnica prediletta della sua attività illustrativa. Dal suo primo incarico - la nuova edizione del romanzo giovanile di Hermann Hesse “Hermann Lauscher” – fino alla morte Gunter Böhmer ha illustrato o concepito circa 500 opere letterarie, molte delle quali per editori rinomati e scrittori conosciuti in tutto il mondo, ma molte altre anche per autori contemporanei d’importanza soltanto regionale o transregionale.

Gunter Böhmer non era però affascinato soltanto dalla linea, ma spesso e volentieri anche dalla superficie. Soprattutto negli anni trenta e quaranta Böhmer ha dipinto una grande quantità di acquerelli e di oli, che lasciano trasparire il fascino esercitato su di lui dall’intensità dei colori del luogo in cui viveva, generata dalla luce meridionale. Oltre al paesaggio, ai temi prediletti dell’opera pittorica di Böhmer appartengono anche i ritratti, le nature morte e gli interni.

Alla sua morte, avvenuta nel 1986, il disegnatore, pittore e illustratore ha lasciato un’opera molto ampia.
Il lascito ticinese comprende numerosissimi disegni e acquerelli, la maggior parte degli oli, diversi quaderni di schizzi e alcune incisioni. L’archivio di Gentilino dispone inoltre di molti dei libri illustrati e/o concepiti che Gunter Böhmer ha realizzato durante tutto l’arco della sua attività artistica.
Il lascito abbraccia l’intero periodo creativo, dal 1925 ca. al 1985. Particolarmente ben rappresentata è l’opera degli anni trenta, quaranta e cinquanta.